Adesso è stato riammesso
Pubblicato da Editoriale Unac - 30/4/2022
UNAC carabinieri sindacato




















“Se il testo a suo tempo approvato alla Camera era insoddisfacente – sostiene il dirigente sindacale – quello che esce dal Senato è assolutamente un “obbrobrio”, in quanto distante sia dalle reali esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori del settore sia dalle stesse indicazioni dettate dalla CEDU e dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha reso possibile la formazione di veri sindacati nelle Forze Armate ponendo solo i limiti del dettato costituzionale”. “ La legge – ribadisce SAVINO – è sbagliata proprio nel suo impianto di partenza, laddove colloca la materia delle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori in divisa in una posizione impropria”. Il segretario Generale Nazionale dell’Unico vero Sindacato Carabinieri UNAC, spiega quindi i nodi critici del provvedimento. “L’individuazione della giurisdizione amministrativa anziché quella del giudice del lavoro per la risoluzione delle controversie in materia di lavoro determina una condizione nella quale al militare non viene riconosciuto lo status di lavoratore; il controllo triennale del Ministero della Difesa sugli statuti delle associazioni sindacali prefigura un’ingerenza permanente nell’autonomia del sindacato”; la richiesta di “atto di assenso” tramite i Comandi Generali permette la creazione di “Sindacati Gialli” asserviti ai vertici delle Forze armate, già costituitesi a iosa da ex Cocer che prendono in giro centinaia di carabinieri essendo totalmente incompetenti ed “asserviti” ai Vertici Militari, sindacatini inutili, che hanno “LORDATO” con la loro sudditanza da veri Lacchè dei generali, la Libertà Sindacale data loro dal Dr. Antonio SAVINO e dall’UNAC, salendo sul “carro dell’unico vincitore”; il Divieto di trattare tutti i temi sindacali è una Violazione alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e Libertà Sindacali per i Militari Esistenti in tutta Europa, e discrimina i Militari e Carabinieri Italiani. Inoltre “il divieto di avere rapporti di carattere organizzativo e convenzionale con associazioni sindacali diverse da quelle costituite tra militari evidenzia la volontà di impedire la crescita dei sindacati militari impedendo loro di fruire anche dei servizi garantiti ai lavoratori tutti dalle organizzazioni sindacali confederali; e la previsione che i Cocer continuino a esercitare anche la funzione di partecipazione alla concertazione per il rinnovo dei contenuti del rapporto di lavoro è un mancato riconoscimento dell’esercizio dell’attività sindacale, che esclude i sindacati militari dal tavolo per il rinnovo contrattuale aperto presso il Ministero della Pubblica Amministrazione”. “Il muro che viene alzato tra le organizzazioni sindacali militari, il mondo militare nel suo insieme e il resto del contesto sindacale e, più in generale, del contesto sociale, economico, culturale del Paese – prosegue SAVINO – stride con i valori democratici del nostro ordinamento e dei Principi Fondamentali della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e di due Sentenze della CEDU, emesse dopo la sollecitazione di SAVINO presso l’allora Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz unico a riceverlo in veste ufficiale al Parlamento Europeo, e la richiesta di incostituzionalità del divieto sindacale per i militari, sollevato dal Tar Veneto su Ricorso dello stesso Dr. Antonio SAVINO nei confronti di un aderente al Sindacato Carabinieri UNAC, unico vero ed autonomo SINDACATO PER I CARABINIERI E MILITARI operante dal 1998 e regolarmente registrato ex art. 39 Costituzione, che opera a livello Nazionale a favore di tutti i Carabinieri e Militari in servizio ed in Congedo. Le Forze dell'ordine e le Forze armate sono istituzioni che devono vivere all'interno di una società complessa e ne devono essere parte integrante. La politica – aggiunge – deve cambiare il proprio approccio verso questo mondo complesso evitando l’appoggio a posizioni che rivendicano una necessaria separatezza in nome di una malintesa ‘neutralità’ e ‘coesione interna’ che rischia di diventare sostegno a propositi corporativi". Per il Sindacato Carabinieri UNAC, “occorrono urgentemente interventi profondi capaci di conquistare trasparenza e di rendere pienamente esigibile l'agire sindacale, con i limiti che la Costituzione indica, e riconoscere al sindacato il ruolo di presidio democratico e di tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori in divisa che trovano in queste organizzazioni il luogo idoneo per la completa affermazione dei diritti riconosciuti dalla Carta anche nell'ambito militare”. "Per quanto ci riguarda – annuncia in conclusione SAVINO – se la Legge non verrà ritirata subito, ricorreremo di nuovo alla Corte Costituzionale e alla Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo. Non ci fermeremo e saremo come sempre al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori in divisa”. Registriamo il Tradimento in sede Parlamentare di tutti i votanti la legge “CORDA” ed in particolare dei seguenti deputati: C. 875: CORDA Emanuela; FERRARI Roberto Paolo; RIZZO Gianluca; FANTUZ Marica; ARESTA Giovanni Luca; BELOTTI Daniele; CHIAZZESE Giuseppe; FURGIUELE Domenico; DALL'OSSO Matteo; MARCHETTI Riccardo Augusto; DEL MONACO Antonio; PAOLINI Luca Rodolfo; D'UVA Francesco; PETTAZZI Lino; ERMELLINO Alessandra; TOCCALINI Luca; FRUSONE Luca; ZICCHIERI Francesco; POTENTI Manfredi; IORIO Marianna; IOVINO Luigi; MENGA Rosa; MOLINARI Riccardo; ROSSINI Roberto; RUSSO Giovanni; TRAVERSI Roberto. In questo Paese, i “Generali” hanno dimostrato di essere i veri protagonisti sia verso la Corte Costituzionale che verso il Parlamento, una sorta di “ Stato nello Stato” operante in maniera “eversiva” contro il regime Democratico, dimostrando che a Condizionare se non a Guidare effettivamente il Paese sono i “Generali”. Altro che Democrazia, questa è dittatura mascherata.





Ricordiamo, infatti, che il rinnovo del contratto - con il quale si va ad aumentare lo stipendio degli appartenenti alle Forze dell’Ordine - riguarda il triennio 2019-2021.



AVVOCATURA NAZIONALE MILITARE





La Commissione sanitaria incaricata, dopo avere nuovamente sottoposto ad un’accurata consulenza specialistica radiologica il giovane aspirante carabiniere, rilevava l’erroneità dell’accertamento reso dal Centro di reclutamento dell’Arma dei Carabinieri. Veniva, dunque, accertata la fondatezza delle censure mosse in ordine al possesso dei requisiti di idoneità previsti per l’arruolamento nell’Arma in capo all’aspirante Carabiniere e l’erroneità del giudizio formulato dal Centro Nazionale di Selezione e Reclutamento dell’Arma dei Carabinieri. Conseguentemente, il T.A.R. del Lazio, alla luce delle risultanze processuali e delle difese espletate , accoglieva il ricorso proposto annullando sia il giudizio di inidoneità sia la graduatoria di merito del concorso, condannando altresì l’Arma al pagamento delle spese giudiziali e di verificazione. Tuttavia, l’Arma dei Carabinieri non dava spontanea esecuzione alla sentenza del T.A.R.; pertanto, il giovane siciliano, si vedeva costretto ad adire nuovamente il T.A.R. del Lazio al fine di ottenere l’esecuzione della sentenza di accoglimento. A seguito della proposizione del nuovo giudizio, l’Arma dava esecuzione alla sentenza convocando il giovane per l’ulteriore iter concorsuale, al termine del quale lo stesso veniva dichiarato idoneo. Infine, il T.A.R. del Lazio, risultando integralmente soddisfatto l’interesse dedotto in giudizio, con la sentenza del 30 agosto 2021 ha dichiarato la cessazione della materia del contendere, condannando nuovamente l’Arma dei Carabinieri al pagamento delle spese giudiziali.
Il sindacato carabinieri ha chiesto di mostrare le prove della corruzione dei generali e il Signor Staffelli si e' rifiutato, dopo aver posto in essere numerosissimi atteggiamenti in pieno stile provocatorio. Questo non e' giornalismo, ma è un fatto vergognoso.
Oggetto del giudizio definito dalla sent. n. 120 è l’art. 1475, comma 2, del codice dell’ordinamento militare (d.lgs. n. 66/2010, d’ora in poi c.o.m.), il quale vieta ai membri delle Forze Armate di «costituire associazioni professionali a carattere sindacale o aderire ad altre associazioni sindacali». La legislazione vigente esplicita senza ambiguità quanto già si poteva desumere dal testo costituzionale, ossia che «Ai militari spettano i diritti che la Costituzione della Repubblica riconosce ai cittadini». Anche il tema inerente l' autorizzazione da parte del ministero della Difesa nei confronti di un qualsiasi sindacato di natura militare, è alquanto delicato. Lo scopo di un sindacato è indubbiamente la tutela del personale e non il raggiungimento delle finalità delle amministrazioni militari; per cui, è palese che i ministeri si trovano in una condizione di conflitto di interessi. Le Associazioni sindacali sono soggetti privati che per DNA sono portatori di interessi particolari e di parte, contrapposti all'Amministrazione in funzione dialettica. L'UNAC viene aspramente combattuta perchè si batte per una libertà sindacale che non sia condizionata e ricattabile. Lo fa anche attraverso la sua rivista, La Rivista dell'Arma. E tutta questa tematica non può essere banalizzata e ricondotta ad un semplice intervento provocatorio da parte di qualcuno interessato esclusivamente a denigrare o a portare avanti la causa di una sola parte in causa.

retta e gestita dagli stessi generali che hanno affidato la Gara d’Appalto, in chiaro conflitto d’interessi e ritenute “tangenti”.



